

Caracalla Festival, La traviata femminista di Sláva Daubnerová
Dal 19 luglio dirige Lanzillotta, Corinne Winters protagonista
''Il corpo e la malattia della protagonista sono il centro della messinscena. Il corpo distrutto di Violetta è una metafora della sua psiche, devastata dall'abuso sessuale infantile e dai successivi anni di prostituzione, che è diventata per lei un mezzo di sopravvivenza istintiva''. La regista slovacca Sláva Daubnerová riassume così il silo conduttore del suo approccio ''femminile e femminista'' al capolavoro verdiano ''La traviata'', in scena dal 19 luglio al Caracalla Festival nel magnifico scenario delle Terme con Franscesco Lanzillotta sul podio e un cast di interpreti in cui spicca Corinne Winters, nel ruolo del titolo. ''L'opera si basa sulla storia vera di Alphonsine Plessis - spiega - una ragazza di campagna francese vissuta nel XIX secolo, venduta dal padre all'età di 13 anni a un ricco scapolo settantenne che, dopo un anno, la manda via costringendola a cavarsela da sola. Arrivata a Parigi a 16 anni ha già imparato che la bellezza e la femminilità delle giovani donne hanno un potere, sono risorse sulle quali si possono fare affari''. 'Traviata' significa 'decaduta', sottolinea, ''quello che diventa Alphonsine, giudicata per le sue scelte che si discostano dalle norme sociali. Violetta, la protagonista dell'opera, è l'archetipo della donna 'caduta'. La storia è raccontata dalla sua prospettiva''. La narrazione si concentrasulla solitudine, ''sulla sofferenza per lo stigma sociale causato dalla sua malattia e dalla prostituzione, con molti momenti surreali, riferibili a un delirio premorte. Anche il rapporto romantico ed erotico con Alfredo altro non è che un ultimo tentativo si sottrarsi alla morte, un istinto basilare che lega eros e thanatos''. Avanguardista del teatro sperimentale slovacco, Sláva Daubnerová, porta per la prima volta in Italia il suo linguaggio potente e autonomo, svincolato da etichette. È considerata una pioniera dell'analisi del delicato tema della femminilità, e proprio per questo Damiano Michieletto, direttore artistico del Festivl, ha voluto affidarle un titolo fortemente incentrato sulla figura di una donna come La traviata. Concentrata dal 2020 sulle regie d' opera, ha riletto in chiave femminista titoli come Manon Lescaut di Puccini, concepita come un dramma sociale per il Teatro Nazionale di Praga (2025); La forza del destino di Verdi all'Aalto-Musiktheater di Essen, vista dalla prospettiva di Leonora, una donna lacerata dalla guerra che divide la società e acuisce i conflitti familiari (2024); La piccola volpe astuta di Janáček, trasformata in un cupo racconto dello sfruttamento e della devastazione umana per il Teatro Nazionale Slovacco di Bratislava (2024). In questa nuova produzione dell' Opera di Roma del capolavoro di Verdi a Caracalla è affiancata da Alexandre Corazzola per le scene, Kateřina Hubená per i costumi, Ermanno Sbezzo per le coreografie - che vedono impegnato il Corpo di Ballo della Fondazione musicale diretto da Eleonora Abbagnato - e Alessandro Carletti per le luci. In scena anche il Coro diretto da Ciro Visco. Corinne Winters, vincitrice dell'Oper! Award 2025 come 'miglior cantante femminile', torna a Roma dopo i successi di Suor Angelica lo scorso aprile, di Dialogues des Carmelites e Káťa Kabanová. Alfredo sarà Piotr Buszewski. che ha debuttato con l'Opera di Roma lo scorso anno come Cassio nell'Otello firmato da Aguilera. Luca Micheletti è Germont, cantante, attore e regista che torna a Roma come baritono dopo il recente impegno registico de L'ultimo viaggio di Sindbad di Silvia Colasanti, proposto in prima assoluta al Teatro Nazionale nell'ottobre del 2024. Nelle repliche del 1 e 3 agosto Violetta è interpretata da Hasmik Torosyan, Alfredo da Oreste Cosimo. Il 27 luglio e il 2 agosto a vestire i panni di Germont è Gustavo Castillo. Le repliche sono in programma il 23 e 27 luglio, il 1, 2 e 3 agosto.
E.Accardi--IM