

Laila Al Habash, il mio Tempo è un racconto sincero
Il nuovo album della cantautrice italo-palestinese esce il 24/10
di Carlo Mandelli S'intitola 'Tempo' l'album che riporta in scena Laila Al Habash dopo il debutto con ''Mystic Motel' che l'aveva fatta conoscere come una delle voci più originali della nuova scena pop italiana. Il nuovo lavoro da studio porta la cantautrice verso una nuova scrittura e una rinnovata visione artistica. "Il titolo - racconta la cantautrice romana di origini palestinesi - nasce da un sogno nel quale dicevo che il mio disco si sarebbe chiamato così. Il tempo è una cosa che abbiamo tutti gratis, ma che nessuno sa spendere bene. Parla del tentativo di trovare il proprio centro, nasce dalla sensazione d'ansia del sentirsi sempre in anticipo o in ritardo". "Ho iniziato a pensarci 3-4 anni fa, poco dopo l'uscita del mio primo disco - ha spiegato Laila - e all'inizio sapevo solo che si sarebbe chiamato 'Tempo'. Più scrivevo, più capivo che parlava proprio del mio rapporto con il tempo: mi sono sempre sentita vecchia e precoce insieme. Questo disco racconta quel percorso, in modo umano e sincero". Rispetto a 'Mystic Motel', il nuovo lavoro si apre a un suono più ampio e organico, con molti strumenti suonati e una produzione che avvicina la dimensione del pop contemporaneo alla scrittura d'autore. "Sono molto contenta del suono che abbiamo trovato - ha commentato la cantautrice - perché abbiamo costruito un pop che mi rappresenta davvero". Tra un brano e l'altro, sulle note di 'Ufo', Laila incontra anche la sé stessa adolescente, la consola e la osserva da lontano: "Ogni tanto penso alla me di allora - ha spiegato lei - e a come immaginavo il futuro. Forse avrei voluto proteggermi di più, ma non sempre ho avuto gli strumenti per farlo". Una riflessione più sociale è invece quella di 'Che lavoro fai', dove Laila racconta la Milano in cui vive e l'ossessione per la produttività: "È una città che ti chiede sempre cosa fai, quanto guadagni, in che zona vivi. A Roma questo non succede, ed è un sollievo. Mi piacerebbe un mondo dove la prima domanda non riguarda il lavoro ma chi sei davvero". Accanto al percorso musicale, Tempo è anche un album attraversato da un'identità più profonda. Figlia di madre italiana e padre palestinese, Laila Al Habash racconta di vivere questo aspetto con grande dolore e partecipazione. "Ho il cuore a pezzi - ha spiegato - e sono frustrata, preoccupata. Un accordo di pace non significa libertà né autodeterminazione. Io mi espongo, come ho sempre fatto, ma non lo faccio per dovere: non sono un'attivista, sono una cantante. Però ho famiglia laggiù e non posso non parlarne. Spero che l'attenzione resti su chi vive davvero quella realtà, non su come se ne parla da lontano". Dal punto di vista musicale, 'Tempo' è un disco intimo e ricco di luci, che alterna leggerezza e introspezione, passando da brani riflessivi a episodi più ritmici e immediati. Il tour, che partirà a novembre, la vedrà accompagnata sul palco accompagnata da una band al gran completo. "Spero di ritrovare il mio pubblico di sempre - ha detto Laila Al Habash -, quello che c'era quando giravo chitarra e voce. Sarà un salto in avanti, anche a livello di show".
C.Abatescianni--IM