Lavoratori La Fenice chiedono la revoca del sovirintendente
Dopo le proteste contro Venezi, contestato anche Colabianchi
Dopo le proteste per la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale, i dipendenti del Teatro La Fenice di Venezia hanno chiesto ufficialmente anche la revoca del sovrintendente, Nicola Colabianchi. "Questa gestione ha rotto in modo irreparabile il rapporto di fiducia con le lavoratrici e i lavoratori", hanno affermato in una nota le Rsu dell'ente lirico, seguiti dal sindacato Usb. "Il risultato della manifestazione del 17 ottobre con oltre duemila persone — proseguono le maestranze — ha dimostrato che la Fenice non accetta di essere guidata senza rispetto, senza ascolto e senza visione. La mobilitazione — conclude la nota — non si fermerà fino a quando non verrà ristabilito un clima di rispetto, trasparenza e partecipazione all'altezza della Fenice". Colabianchi non ha commentato la nuova protesta di orchestrali e coro. Il sindaco e presidente della fondazione della Fenice, Luigi Brugnaro, ha definito la situazione "irrispettosa verso il pubblico e violenta contro Venezi. Non si era mai visto nulla di simile" e ha criticato il concerto in Campo Sant'Angelo in occasione dello sciopero per la prima del Wozzeck: "Faccio lo sciopero in gelateria - ha commentato - e poi vado a distribuire il gelato gratis? Ora che hanno sdoganato che possono suonare all'aperto non faranno obiezioni ad andare a Natale in piazza Ferretto (a Mestre, ndr) o a Marghera. Gli altri anni, nonostante fossero in disponibilità, quindi pagati, hanno rifiutato perché con il freddo mani e strumenti si rovinano. Colabianchi ha chiesto scusa per la modalità e ricordo che per legge non è tenuto a confrontarsi con nessuno — ha proseguito il sindaco — Venezi è una donna di 35 anni, come può avere il curriculum di uno di 70? E se non diamo fiducia ai giovani... Siamo alle crociate preventive. Cercherò di trovare il dialogo, ma con molti è impossibile", ha concluso.
R.Abate--IM